Il concetto di onde d'urto è stato introdotto in medicina intorno gli anni 60. Soltanto nel 1980 la metodologia è stata utilizzata per la prima volta su un paziente, per disintegrare dei calcoli renali.
Da allora, sono stati fatti molti passi avanti nell'applicazione delle onde d'urto, oggi impiegate in ambito urologico e, soprattutto, ortopedico/traumatologico; nuove prospettive ci sono, poi, ad esempio, nel trattamento di alcune patologie cardiache.
In fisioterapia non si utilizzano le onde d'urto con una funzione distruttiva (così come avviene in ambito urologico), bensì per il potere che questi mezzi fisici possono avere in termini di biostimolazione e riparazione tissutale.
Anche in caso di presenza di calcificazioni o di spine ossee (come ad esempio la spina calcaneare), non si utilizzeranno le onde d'urto per distruggere, ma, piuttosto, per generare un metabolismo riparativo.
Ma vediamo nel dettaglio qual'è il principio fisico che sta alla base di questa metodica.
Principio fisico delle onde d'urto.
Per comprende com'è realizzato un apparato di onda d'urto si pensi che le onde vengono generate mediante uno speciale manipolo a forma di pistola, la cui canna è chiusa all'estremità da un tappo metallico, contro il quale viene “lanciato”, mediante aria compressa generata da un compressore a 2-3-4-5 bar di pressione, un proiettile d'acciaio. Dalla collisione si genera un'onda d'urto pressoria che, attraverso il tappo metallico, si diffonde espandendosi nella cute e negli strati sottostanti di tessuto.
Così come succede quando si getta un sasso nell'acqua ferma di un lago, allo stesso modo si generano onde che hanno la caratteristica di avere la forma di una circonferenza, ovvero onde radiali.
L'onda di pressione, generata dall'onda d'urto può raggiungere intensità massime di 20 Kg per ogni centimetro quadro e la velocità di formazione del picco dell'onda è di 3 microsecondi.
Le onde d'urto radiali sono quelle più diffuse per il trattamento delle più comuni affezioni muscoloscheletriche.
I fastidi che accompagnavano l'applicazione di onde d'urto hanno fatto si che questo mezzo fisico non godesse di una buona reputazione.
Tuttavia, apparati più moderni e le nuove metodologie applicative hanno cambiato totalmente l'esperienza che il paziente vive durante l'applicazione, facendo sì che molti più pazienti si avvicinino a questa tecnica terapeutica in completa tranquillità.
Gli effetti che si riconoscono alle onde d'urto sono:
1) iperemizzare il tessuto, ovvero stimolare l'afflusso di sangue.
2) fibrinolitico, che consiste nell' “ammorbidire” i tessuti fibrotizzati
3) antidolorifico
4) microangiogenetico (la microangiogenesi è la generazione di nuovi vasi sanguigni).
Come si realizza un'applicazione con onde d'urto
Per effettuare un'applicazione con onde d'urto è necessario che sia perfettamente chiara la localizzazione del tessuto che si vuole trattare. Per questo, il sanitario che effettua l'applicazione può richiedere una radiografia o richiedere un'ecografia muscoloscheletrica, per effettuare un puntamento preciso. Questa necessità si evince da quanto spiegato in precedenza: è necessaria estrema attenzione nel puntamento del manipolo al fine di centrare il tessuto target.
In una seduta si erogano generalmente 2000 colpi, anche se un importante variazione di questo numero può esserci in funzione della patologia e dalla tolleranza del paziente. A seguito della seduta è possibile che si creino dei piccoli ematomi che si risolveranno nel giro di qualche giorno.
L'efficacia di questo mezzo fisico è ovviamente maggiore in funzione della capacità e dell'aggiornamento del fisioterapista che la utilizza e dell'integrazione terapeutica con altre terapie manuali e strumentali, come la tecarterapia e la laser terapia. Indicazioni terapeutiche per le onde d'urto
Le indicazioni più comuni sono:
• le tendinopatie croniche,
• le tendinopatie calcifiche della spalla,
• l' epicondilite e epitrocleite,
• le trocanteriti,
• le tendinopatie achillea e rotula,
• le fasciti plantari in presenza o in assenza di spina calcaneare,
• la cellulite e il dolore miofasciale,
• i ritardi di consolidazione delle fratture,
• la pubalgia,
• la pseudoartrosi,
• le fratture da stress,
• le necrosi avascolari,
• le osteocondriti dissecanti.
Controindicazioni per le onde d'urto radiali e focali a bassa energia
L'utilizzo di onde d'urto è controindicato in caso di tumori maligni nell'area di trattamento, trattamento dell'area pelvica in caso di gravidanza, terapia con antiaggreganti, osteoporosi,, malattie della coagulazione del sangue, presenza di cartilagine di accrescimento, nonché nel caso in cui il paziente sia portatore di pacemaker.
A cura del Dottor Adriano Rabiolo
Fisioterapista
www.adrianorabiolofisioterapista.it
Cell: 338-9478155